INTER FIORENTINA QUALCHE ANNO DOPO Ho riletto con divertimento le considerazioni e non posso esimermi dallo scrivere l'aggiornamento ad oggi. Questa stagione per l'Inter era partita con le solite e malcelate "buone intenzioni", concretamente con l'obiettivo dell'accesso alla "mitica" terza piazza valida per un posto Champions. La fine del campionato 2013/2014 con il piazzamento in UEFA alla fine veniva considerato un buon piazzamento, anche in considerazione delle vicissitudini societarie dovute ad un lungo avvicendamento di proprietà tra Massimo Moratti e lo sconosciuto indonesiano THOHIR di cui, Google docet, era conosciuta più la famiglia che Erik, nuovo presidente quarantenne rampante. La campagna acquisti estiva però era stata abbastanza deludente almeno leggendo i nomi: oltre allo svincolato Vidic dal Manchester United arrivavano M'Vila in prestito (centrocampista fermo da un po' di tempo ma in cerca di rivincita), Dodò dalla Roma e in prestito Osvaldo dal Southampton. Considerato comunque il poco budget disponibile sembrava che Ausilio avesse fatto il miracolo, accaparrandosi giocatori in prestito senza acquisti onerosi ma in grado di dare linfa nuova al 5-3-2 di Mazzarri. Sappiamo tutti come è andata a finire, già dalle prime partite lo scarso gioco la faceva da padrone e, congiuntamente ai risultati non proprio positivi in serie (dal bruttissimo 1-4 col Cagliari al 0-3 contro la Fiorentina) e ad un accanimento di tutta la tifoseria oramai stanca delle scuse dell'allenatore, con un blitz c'è stato il tanto desiderato ritorno dell'ex in panchina, non Mourihno ma Mancini, con buona pace di tutto il pubblico. Potremo disquisire per ore sulla scarsa lungimiranza della dirigenza, che fino a qualche mese prima aveva confermato l'allenatore tanto da allungarne il contratto di un anno allo stesso, ma se volete ne parleremo in separata sede. L'avvento di Mancini, oltre a portare tantissimo entusiasmo, ha provocato un cambiamento radicale del gioco e della mentalità, anche se a livello di risultati la differenza non si è fatta notare. Il mercato invernale, stimolato dalla maggiore personalità ed esperienza internazionale di Mancini, ha portato degli innesti di valore: innanzitutto linfa in attacco, reparto in crisi dovuta ai mancati Goal di Palacio e alla poco feeling con Osvaldo, con Shaquiri e Podolski, un regista (finalmente) giovane Brozovic e il ritorno di un figliol prodigo, Santon. La squadra sembra abbia svoltato, anche se le amnesie difensive ed alcuni errori ripetuti probabilmente non ci garantiranno sonni tranquilli, si spera che con i buoni risultati che stanno arrivando i giocatori crescano in sicurezza e mentalità. Tra qualche mese il verdetto.

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